Lilith 

 

 

 

LILITH
Testo di Anna Pirera per http://www.ilcerchiodellaluna.it



Lilith in un quadro di Maria Micozzi

Premessa
Con Lilith siamo in un archetipo estremamente potente e sicuramente non semplice da incontrare. Prima di inoltrarvi nel suo simbolismo, vi invito quindi a riflettere bene se è il momento per voi di affacciarvi a lei, evitando di inoltrarvi senza consapevolezza nel suo terreno. Difficilmente Lilith entrerà nella vostra vita senza portare qualcosa della sua impegnativa energia con sé.

Quella che segue non è in alcun modo un panorama di Lilith e della sua simbologia. In Italiano potetre trovare un ottimo sito interamente dedicato a Lilith, redatto con cura e passione da Prue: www.lilithstory.it che vi consiglio di visitare. Qui ho solo voluto descrivere uno dei tanti volti di questa figura così complessa, attraverso il racconto di quanto è rimasto in me dell’esperienza di un workshop in due serate organizzato da Chiara Gelmetti a Milano nel gennaio 2006. Nella prima serata ci siamo incontrate nell'atelier di Maria Micozzi, per una introduzione al tema, mentre nella seconda serata ci siamo incontrate per danzare, con la guida di Chiara. Una delle danze da lei proposta, quella che descrivo, era sulla musica della Danza del Femminino, Vocalizzo di S.Rachmaninov.

La storia
La storia, dicono, sia andata così:
C’era una volta la Grande Dea in Babilonia e uno dei suoi volti, Lilith. C’erano, a quel tempo, popolazioni pacifiche improntate all’uguaglianza fra uomini e donne. E c’erano i nuovi popoli, fra cui quello ebraico, spesso nomadi e dalla struttura patriarcale.
Gli ebrei dunque scrissero un libro sacro, la Bibbia.
Nel primo capitolo della Genesi, nella sua forma più antica, Dio, o, forse, gli Dei (Elohin, la parola con cui è indicato, è un plurale), diede origine al creato. E gli uomini furono creati insieme, maschio e femmina, Adamo e Lilith. Il settimo giorno, mentre l’energia divina della creazione riposa, Adamo e Lilith fanno l’amore. Lilith accoglie Adamo, che è sdraiato sopra di lei. Più tardi Lilith dice ad Adamo: “La prossima volta scambiamo le parti, e io sto sopra”. Adamo risponde “No” e Lilith argomenta: “Perché no, dal momento che siamo stati creati uguali?” Adamo ribadisce il suo no e Lilith decide di andarsene e si allontana senza guardarsi indietro. Va lungo le rive del Mar Morto, dove abitano scorpioni e serpenti e veleni. Adamo va a lamentarsi da dio e Lilith viene maledetta: i figli che lei concepirà moriranno sempre, perché a lei non è dato partorire vita, ma solo morte. E Lilith si trasforma nella regina delle streghe e abita l’oscurità di Lucifero.
Nel secondo capitolo della Genesi, più recente, le cose si trasformano: Lilith scompare e di lei rimane solo un fantasma e appare Eva, la donna creata dalla costola di Adamo, la donna che non mette in discussione la posizione dell’uomo. Ad Eva resta il compito di introdurre l’oscurità nella vita umana, con quella sciocchezza di dar retta al serpente e mangiare la mela.

La ragione
Maria Micozzi, pittrice che ha dedicato molto del suo lavoro a Lilith, ci parla del tabù dell’intelletto femminile. Lilith, ci dice, è l’unico personaggio nell’antica Bibbia che presenti un sillogismo, un ragionamento logico, pulito, stringente. La donna, alle origini, è anche intelligenza logica.
Maria ci riceve nel suo studio popolato di quadri e scultue; donne bellissime, nude, di carne e luce, di morbidissimi colori e un tocco di rosso; donne senza testa, donne la cui testa è cancellata, svanita in una nuvola, rimasta fuori dalla tela, coperta da un ripensamento della mano che dipinge.

La dignità
Secondo l’astrologia Lilith, il pianeta riconosciuto dopo, che non è che l’ombra di sé, un puro centro di energia, rappresenta la dignità della donna. Quella forza insopprimibile che porta la donna a scegliere di essere se stessa, qualunque sia il prezzo da pagare. Come le eroine dell’opera, che entrano nella pazzia per non rinuciare a dire la verità, ad essere la verità in un luogo dove ciò non è permesso.

Il cerchio
La danza che ci propone Chiara parte dalle origini. Dalle donne che danzano insieme, in un semicerchio che gira, le braccia intrecciate. Il passo è morbido, il mondo armonico, le braccia si alzano e si abbassano mentre l’intreccio cambia forma, ma non sostanza. Il mondo delle donne è energia che fluisce e possiamo sedere e creare una curva aperta in cui magicamente ciascuna trova il suo gesto, il suo stare con le altre, nell’attesa, nel femminile. E’ il cerchio antico delle donne, leggero e forte al contempo.

Adamo
Certo, è bello, Adamo. Viene e ci invita, ad una ad una, alla danza. Come Krishna, sembra essere solo per te, sembra danzare solo con te. E’ naturale alzarsi e danzare con lui, è presenza attenta, in una distanza che permette di essere insieme e allo stesso tempo sentire che ognuno è in sé, intero.

Lasciare
Sapevamo già da prima che era il nostro compito. Da qualche parte è scritto nell’inconscio più profondo che le cose sono andate così. E’ importante saper lasciare, con gesto netto, senza sbavature, ripensamenti, mezze misure; quello che va fatto, va fatto, ed è una scelta consapevole e allo stesso tempo ineluttabile. Adamo magari ci prova, a farti restare, ma in fondo lo sa anche lui che è così che deve essere, per qualcosa che è più grande di te e di lui, ora.
Voltarsi e andare, senza guardarsi indietro, appunto, con il piede forte sulla terra e il passo fermo.
E’ bello, fa sentire bene, dentro.

Il Mar Morto
E poi, naturalmente, c’è il dato di realtà. L’esilio, la tristezza, la solitudine. Andiamo sulla riva, ad una ad una. Il capo è chino, gambe e braccia composte. E’ presente, adesso, quella condanna di morte, quel contatto con l’oscuro. L’animo è pesante in questo destino che è stato compiuto.

La fila
Donne in fila, ora. C’è comunanza, certo, ma è una comunanza diversa, che sorge dal dolore. L’energia è ferma e può muoverso in una sola direzione: contro. Siamo una fila di donne, c’è la forza cupa della profondita, e, latente, la forza della rabbia, della ribellione al destino ingiusto. Un domani potremo andare così, a file, in manifestazione. Il nuovo mondo è quello, la leggerezza assente, nonostante la fiamma che ognuna di noi accende in un lumino rosa.



Testo di Anna Pirera per http://www.ilcerchiodellaluna.it
© 2006
Inserito nel sito
http://ww.ilcerchiodellaluna.it l l'8 febbraio 2006

 

 

 

 

Lilith è il demone femminile della religione mesopotamica associato alla tempesta, ritenuto portatore di disgrazia, malattia e morte. La figura di Lilith appare inizialmente in un insieme di demoni e spiriti legati al vento e alla tempesta, come è il caso nella religiosità sumerica di Lilitu, circa nel 3000 a.C. Vari studiosi datano l'origine verso il 700 a.C.[1]. Lilith compare nell'insieme di credenze dell'Ebraismo come un demone notturno, ovvero come una civetta che lancia il suo urlo nella versione della cosiddetta Bibbia di Re Giacomo. Secondo la tradizione della cabala, è il nome della prima donna creata, prima compagna di Adamo e precedente ad Eva. La sua figura, delineata nel Medioevo, risale a miti e leggende antiche della Mesopotamia. Nell'immaginario popolare ebraico è temuta come demone notturno capace di portare danno ai bambini di sesso maschile e dotata degli aspetti negativi della femminilità: adulterio, stregoneria e lussuria.

Alla fine dell'800, in parallelo alla crescente emancipazione femminile nel mondo occidentale, la figura di Lilith diventa il simbolo del femminile che non si assoggetta al maschile e, rivalutata nelle religioni neopagane, viene posta a fianco di simboli come quello della grande Madre.

Lilith nel manierismo fin de siècle del pittore inglese preraffaellita John Collier, 1892


Indice

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Connotazione storico-linguistica mesopotamica [modifica]

L'accadico Lil-itu ("signora dell'aria") potrebbe riferirsi alla divinità femminile sumerica Ninlil (del pari "signora dell'aria"), dea del vento meridionale e moglie di Enlil. La storia di Adapa ci narra come Adapa avesse infranto le ali del vento del sud, azione per la quale egli temette di essere punito con la morte. Nell'antico Iraq, il vento del sud è associato con l'aggressione portata dalle tempeste di polvere meridionali e in generale con le malattie. Il corrispondente maschile accadico līlû non mostra suffissi desinenziali ed è simile al sumerico (kiskil-) lilla.

Etimologia ebraica [modifica]

L'Accadico Līlītu e lEbraico לילית (lilith )[2] sono aggettivi femminili che derivano dalla radice linguistica proto-semitica <L-Y-L> "notte" (con l'aggiunta della nisba t a significare "della notte", "notturna"), e traduce letteralmente un "essere femminile della notte/demone"[3] [4], sebbene le iscrizioni cuneiformi in cui compaiono i termini Līlīt e Līlītu (come pure in Ebraico) si riferirono in seguito agli spiriti aerei che apportano malattie. La stessa radice - che non esige letteralmente uniformità di concetti - in Ebraico e nell'Arabo Layla/Leyla, Lela o Lel significa "sera, notte".

Tradizione popolare [modifica]

Nella tradizione popolare ebraica, Lilith è un terribile demone.

Esiste una tradizione secondo la quale viene posto attorno al collo dei neonati di sesso maschile un amuleto con iscritti i nomi dei tre angeli (Senoy, Sansenoy e Semangelof detti anche Sanvi, Sansavi e Semangelaf)) per proteggerli da Lilith prima della circoncisione rituale. Secondo un'altra versione si traccia un cerchio magico attorno alla culla con i nomi degli angeli.[senza fonte] Un'altra tradizione ancora prevede che si aspetti a tagliare i capelli ad un ragazzo per far credere a Lilith che si tratti di una ragazza.

Un amuleto persiano del 18esimo o 19esimo secolo , un ciondolo protettivo per un neonato, conservato nel museo di Israele, Gerusalemme, raffigura Lilith in catene, con "Lilith cieca in catene" scritto sotto ogni arma.

Dei ragazzi adolescenti si pensa poi che provochi le eiaculazioni notturne con cui genera demoni (i jinn nella tradizione arabo-islamica), comportandosi in tal modo come spirito succubo analogo femminile dello spirito incubo maschile.

Queste usanze popolari fanno pensare che Lilith non sia creazione di autori medioevali ma appartenga a credenze più antiche. In effetti sono tante e profonde le simbologie legate che si possono trovare in moltissime culture combinate in modi differenti, ai giorni nostri il mito è addirittura tornato in vita, in forme mutate, generando nuovo immaginario nella cultura popolare, letteratura, fumetti, videogiochi.

Lilith nella Bibbia [modifica]

Lilith compare una sola volta nella Bibbia, in Isaia 34:14, dove si descrive la desolazione di Edom.

Ebraico (ISO 259): pagšu ṣiyyim et-ʾiyyim w-saʿir ʿal-rēʿhu yiqra ʾakšam hirgiʿah lilit u-maṣʾah lah manoḫ

l'edizione della CEI del 1974 traduce "lilit" con "civette":

« Gatti selvatici si incontreranno con iene, i satiri si chiameranno l'un l'altro; vi faranno sosta anche le civette e vi troveranno tranquilla dimora »
( Isaia 34:14 [5])

e poi continua:

« Vi si anniderà il serpente saettone, vi deporrà le uova, le farà dischiudere e raccoglierà i piccoli alla sua ombra; vi si raduneranno anche gli sparvieri, l'uno in cerca dell'altro; nessuno si farà attendere. »
(Isaia 34:15 [5])

Che sembra ricalcare i passi del racconto dell'albero huluppu [3]. Il libro di Isaia è datato al VII secolo a.C., e la presenza di ebrei a Babilonia coinciderebbe con i già attestati riferimenti al Līlītu nella demonologia Babilonese. Schrader (Jahrbuch für Protestantische Theologie, 1. 128) e Levy (ZDMG 9. 470, 484) ipotizzano che Lilith fosse una divinità della notte, nota anche agli esuli ebrei in Babilonia.

In realtà sono stati i passaggi della Genesi a far speculare sull'esistenza di una donna che ha preceduto Eva; si spiega che Lilit è un demone, come quegli spiriti dannosi creati durante i primi sei giorni della Creazione, divenuti demoni perché ribellatisi al Signore che non donò loro un corpo come avvenne invece per Adamo ed Eva, che si racconta fossero uniti in una sola anima prima di essere divisi e poi formati come primo uomo e prima donna dell'umanità. La creazione dell'uomo e della donna viene infatti citata nel primo capitolo:

« Dio creò l'uomo a sua immagine, a immagine di Dio lo creò, maschio e femmina li creò »
(Genesi, 1:27 [5])

Nel secondo capitolo si ripete poi, con parole diverse, prima la creazione dell'uomo con polvere del suolo (Genesi 2:7) e poi, dalla costola di Adamo (Genesi 2:22), la creazione della donna chiamata Eva.

I commentatori della Torah sostengono che prima che Eva fosse presentata dal Signore ad Adamo, quest'ultimo notò Lilit che però non gli piacque. Altre fonti sostengono invece che per un periodo Lilith ed Adamo vissero serenamente nel giardino dell'Eden, fin quando non si scontrarono in un furioso litigio, causato dal comportamento tutt'altro che remissivo della donna: si sarebbe infatti rifiutata di soddisfare le richieste sessuali del suo compagno. A seguito del litigio, Lilith sarebbe salita al cielo, trasformandosi in un demone in incessante ricerca di infanti e di seme maschile.

Lo Zohar spiega che il demone Lilith, figura impura, coopera strettamente con l'angelo Satana.

Lilith nel Talmud [modifica]

Sebbene i riferimenti talmudici a Lilith siano sporadici, tali passaggi forniscono la miglior immagine del demone trovata finora nella letteratura giudaica, che fa riferimento alle origini mesopotamiche di Lilith e prefigura il suo futuro come enigma esegetico della Genesi. Ricordando Lilith abbiamo visto allusioni Talmudiche che la dipingono come dotata di ali e lunghi capelli, andando indietro alla prima citazione in Gilgamesh:

« Rab Judah citando Samuele dice: Se un aborto ha somiglianza con Lilith, sua madre è impura a causa della nascita, perché è un bimbo ma ha le ali. »
(Niddah 24b)
« In un Baraitha è insegnato: Le crescono lunghi capelli come a Lilith, siede a bere acqua come le bestie e serve da cuscino a suo marito. »
(‘Erubin 100b)

Più unica del Talmud, in merito a Lilith, è la sua carnalità insalubre, cui si allude nella "Seduttrice" ma che è espansa senza metafore vaghe nell'idea del demone che assume forma di donna per abusare sessualmente di uomini durante il loro sonno:

« R. Hanina disse: non si può dormire soli in casa [in una casa solitaria],e chiunque dorma in una casa da solo è preso da Lilith. »
(Shabbath 151b)

Tuttavia la concezione più innovativa di Lilith offerta dal Talmud appare in Erubin, ed è più che probabile che sia responsabile del mito di Lilith per i secoli a venire:

« R. Jeremiah b. Eleazar disse inoltre: in tutti quegli anni [130 anni dall'espulsione dal giardino dell'Eden] durante i quali era bandito, Adamo generò fantasmi e demoni maligni e demoni femmina [demoni della notte], come è detto nelle Scritture: "E Adamo visse cento e trenta anni e generò un figlio a lui somigliante (Shet, come Abele, è fratello di Caino), fatto a sua immagine,e da ciò segue che prima di quel tempo non avesse generato a sua immagine... quando vide che attraverso di lui la morte era divenuta punizione spese cento e trenta anni in dissolutezze, tagliò i ponti con sua moglie per 130 anni, indossò vestiti di fico per 130 anni." Questa citazione [di R. Jeremiah] fu fatta in riferimento al seme che Adamo emise accidentalmente. »
(‘Erubin 18b)

Confrontando ‘Erubin 18b e Shabbath 151b con il brano dallo Zohar: "Ella vaga a notte fonda, vessando i figli degli uomini e spingendoli a rendersi impuri" (19b), sembra chiaro che questo passaggio del Talmud indica una unione tra Adamo e Lilith.

Nella Qabbalah ebraica [modifica]

Dopo aver incontrato Lilith senza essersi accoppiato con essa, Adamo conobbe Eva; dopo il peccato originale Adamo rifiutò di incontrare Eva per 130 anni, periodo durante il quale egli perse il proprio seme disperdendolo a terra: la Qabbalah afferma che da questo seme sorsero molti demoni. In seguito, dopo i 130 anni, Adamo si riunì ad Eva.

Il mito di Lilith come prima figura femminile incontrata da Adamo, viene ripreso nel XIII secolo in quello che divenne un testo canonico della letteratura post-talmudica, lo Sèfer ha-Zòhar o "Libro dello splendore", scritto da Shimon bar Yohai o, secondo altri, da un anonimo in Castiglia, o anche da Moshe de Leon. Lo Zòhar è una raccolta di discorsi, alcuni laconici e oscuri, altri fioriti e dotati di una particolare inventiva lessicale che reinterpreta e reinventa le tradizioni, a volte ispirando il dubbio altre volte dando l'impressione di trovarsi di fronte a realtà profonde e terribili. È stato considerato da molti mistici ebrei come il testo più vicino ai propri sentimenti.

Lilith come figura demoniaca femminile incontrata da Adamo [modifica]

Una fonte nella storia che descrive Lilith come la prima figura femminile vista da Adamo è L'alfabeto di Ben-Sira, intitolato a Yeshua ben Sira (II sec. a.C.) ma in realtà di autore anonimo è stato scritto nel X secolo d.C.[6]

Nel libro viene raccontato che Lilith, mentre in un primo momento provocò Adamo, poi fu spiritualmente vinta da quest'ultimo ed abbandonò il Giardino dell'Eden. Come prova della superiorità morale ed etica, spirituale e sapienziale del genere umano sui demoni, che stanno sul mondo dell'impurità conosciuto come l'altro lato, è scritto:

« Ella disse 'Non starò sotto di te,' ed egli disse 'E io non giacerò sotto di te, ma solo sopra. Per te è adatto stare solamente sotto, mentre io sono fatto per stare sopra. »

Lilith pronunciò infuriata il nome di Dio[7], prese il volo ed abbandonò il giardino del Paradiso, rifugiandosi sulle coste del Mar Rosso. Lilith abbandonò il Paradiso di propria iniziativa, prima della caduta dell'uomo e non toccando l'Albero della Conoscenza non fu condannata alla mortalità.

In seguito Lilith si accoppiò con Asmodai [8] e vari demoni che trovò oltre il Mar Rosso, creando una infinita generazione di Jinn. Adamo chiese a Dio di riportare indietro Lilith, cosi tre angeli, chiamati Senoy, Sansenoy e Semangelof, furono mandati per ricercarla. Quando i tre angeli trovarono Lilith, le ingiunsero di tornare minacciandola di morte, lei rispose che non sarebbe potuta tornare da Adamo dopo aver avuto relazioni con i demoni e che non sarebbe potuta morire in quanto immortale. Ma quando gli angeli minacciarono di uccidere i figli che lei aveva generato con i demoni li supplicò di non farlo promettendo che non avrebbe toccati i discendenti di Adamo ed Eva, se solo si fossero pronunciati i nomi dei tre angeli.[9]

I precedenti e lo scopo dell'Alfabeto di Ben-Sira non sono chiari. È una raccolta di storie su eroi della Bibbia e del Talmud e potrebbe essere una raccolta di racconti popolari, una confutazione del Giudaismo, della Cristianità, o di altri movimenti separatisti. I suoi contenuti sembrano offensivi riguardo il giudaismo contemporaneo, alcuni ritengono che sia una satira anti-giudaica[10]. Tramandato dai mistici Ebrei della Germania medievale. Diventa ampiamente conosciuto con il Lexicon Talmudicum di Johannes Buxtorf del XVII secolo.

Origini mesopotamiche [modifica]

Non vi è una sola tradizione precedente a cui la figura della Lilith ebraica può richiamarsi, ve ne sono almeno tre, una legata ad un demone di desolazione e di appassimento associata al vento e da cui anche il nome "lilith", una legata ad un demone di distruzione e morte, la terza, la più nobile in origine, Ishtar o Astarte (o se vogliamo la Dea Madre del culto della femminilità) che gli ebrei stessi adorarono all'inizio della loro storia, come è testimoniato nella Bibbia.[9]

Mitologia sumero-accadica [modifica]

Lilith viene identificata con ki-sikil-lil-la-ke4, donna demoniaca in lingua sumera ed appare nella storia "l'albero huluppu" i cui protagonisti sono Inanna e Gilgamesh[11].

Inanna trova un albero huluppu sulle sponde dell'Eufrate che è sradicato dall'erosione dell'acqua, lo prende con se per piantarlo nel suo giardino con l'intenzione di utilizzarne la legna per fare il proprio trono ed il proprio letto. Ma dopo dieci anni, quando l'albero è cresciuto, non può essere utilizzato.

(EN)
« Then a serpent who could not be charmed
Made its nest in the roots of the huluppu-tree.
The Anzu-bird set his young in the branches of the tree.
And the dark maid Lilith built her home in the trunk. »
(IT)
« Quindi un serpente, che non può essere incantato
fece il suo nido tra le radici dell'albero huluppu
l'uccello Anzu mise i suoi piccoli tra i rami dell'albero
e la vergine nera Lilith costruì la sua casa nel tronco. »
(da "l'albero huluppu"[12])

Inanna, la giovane dea che ama sorridere, a questo punto piange, piange a dirotto ma non risolve la situazione. Chiama in aiuto il fratello Gilgamesh che dotato di una forza prodigiosa colpisce il serpente tra le radici, l'uccello Anzu fugge quindi con i suoi piccoli verso le montagne e così Lilith, verso i luoghi selvatici.

Rilievo Burney [modifica]

Il passaggio di Ghilgameš citato sopra è stato anche utilizzato per associare Lilith al Rilievo Burney, una terracotta paleobabilonese che raffigura una divinità nuda dotata di ali, con artigli al posto dei piedi e affiancata da due gufi. Acquistata dal British Museum di Londra, un rilievo simile e circa dello stesso periodo è conservato al Louvre di Parigi.

Mitologia babilonese [modifica]

Nella mitologia babilonese si delineano tre classi di spiriti maligni[13]:

  • Diavoli - hanno la stessa natura degli dei e producono tempeste e malattie.
  • Fantasmi - anime di defunti che vagano sulla terra senza trovare pace.
  • Demoni - esseri per metà umani e per metà divini.

Lilu, Lilitu e Ardat Lili formano una terna di demoni, la mitologia mesopotamica è spesso formata da terne divine, Lilu è il demone maschile, Lilitu quello femminile e Ardat Lili la giovane figlia. Di Lilitu il Thompson dice che è il demonio che l'uomo crea sul letto durante il sonno[9]

Il "Lilith Prophylactic" di Arslan Tash (Museo Nazionale di Aleppo), datato al VII secolo a.C. (alcuni lo ritengono un falso[senza fonte]) indica una creatura simile ad una sfinge ed una donna lupo nell'atto di divorare un bambino, con una iscrizione fonetica indicante la sfinge come Lili. L'associazione con i gufi è difficile da datare, e potrebbe essere dovuta all'associazione dell'uccello visto come uno spirito notturno succhiasangue.

Le altre componenti del mito [modifica]

Ma la Lilith ebraica non deriva da un unico corrispondente, altre figure, concorrono a formarne il simbolo. Lamassu è il demone mezza donna e mezza vacca, la controparte femminile del Lamashtu, il famoso bue alato con volto umano barbuto dell'iconografia assira. La Lamassu diventa la Lamia greca[14]. La sua sola presenza significava distruzione e l'immagine veniva utilizzata come simbolo apotropaico, per incutere terrore e a protezione delle città e degli edifici. Ma la caratteristica di irresistibilità del fascino femminile viene da Ishtar (sumera Inanna) conosciuta agli ebrei attraverso la Astarte siriana (altrove Astariel o Astaroth) per la quale si praticava la prostituzione sacra. Così come la cananea Asheráh, venerata in un primo tempo come dea dagli stessi ebrei[9]. È in questo passaggio, nel divieto imposto dell'adorazione di una divinità femminile, che possiamo leggere la componente di femminilità ribelle in Lilith, dove l'immaginario di bellezza, fecondità e femminilità confluiscono a ravvivare una figura fino allora solo simbolo di morte e devastazione.

Cristianesimo e traduzioni della Bibbia [modifica]

Anche in ambito cristiano si trova Lilith responsabile della morte dei neonati, si giustificavano così le numerose morti nei primi 20 giorni di vita.[senza fonte] Geronimo di Cardia tradusse Lilith con lamia, un mostro che Orazio (De Arte Poetica liber, 340) descrive come una strega che rapisce i bambini, affine alla bretone Morrigan, nella mitologia greca invece è descritta come una regina libica che si accoppiò con Zeus. Dopo che Zeus ebbe abbandonato Lamia, Era rubò i figli di Lamia, e Lamia si vendicò rapendo i figli di altre donne.

La traduzione gufo stridente della versione della Bibbia di Re Giacomo è senza precedenti. Apparentemente un tentativo di rendere l'atmosfera tetra del suo passaggio scegliendo un paragone animalesco, per quanto difficile da tradurre dalla lingua ebraica, come "gufo" (yanšup, probabilmente un uccello acquatico) e "grande gufo" (qippoz, più propriamente un serpente).

Le traduzioni più recenti includono:

  • gufo della notte (Young, 1898)
  • mostro della notte (ASV, 1901, NASB 1995)
  • tormento della notte (RSV, 1947)
  • creatura della notte (NKJV 1982, NLT 1996)

Religioni neopagane [modifica]

In tempi recenti Lilith è assurta al simbolo della femminilità schiacciata dalla prepotenza della cultura patriarcale maschilista, per cui viene particolarmente considerata nella cultura della Wicca[senza fonte]. Infatti c'è una leggenda secondo cui Lilith fu la prima donna creata, la prima compagna data da Dio ad Adamo. Ma Dio la cacciò dal paradiso terrestre perché rifiutava di sottomettersi ad Adamo, anche in ambito sessuale, rifiutando che fosse sempre e solo lui a possederla. Una volta scacciata Lilith vagò sulla terra e generò con Satana (qui simbolo della ribellione) le passioni umane.

Rappresentazioni [modifica]

Per quanto sia indicata come una donna dalla bellezza sovrumana cui è impossibile resistere viene raffigurata[senza fonte]:

  • coperta di peli, ossia priva della depilazione completa, come era uso nelle zone mediorientali
  • con zoccoli anziché piedi, chiaro simbolismo al suo legame con la luna; alle volte ha la coda da sirena
  • si manifesta solo di notte
  • ha lunghissimi capelli rossi, ricci
  • pelle blu
  • occhi di fuoco
  • ali, acquisite dopo aver pronunciato il nome segreto di Dio
  • è immortale, avendo abbandonato l'Eden prima che Dio privasse l'umanità dell'immortalità

Lilith nell'immaginario moderno [modifica]

Avviso: Questi esempi sono basati in qualche maniera sul personaggio mitologico discusso sopra; esempi dove il nome era preso in prestito senza la pertinenza al mito dovrebbero essere piazzati nella pagina delle ambiguità. Grazie

  • Il titolo di Fata Lilith fu preso dalla leggenda di Lilith come prima moglie di Adamo, onorandola nell'immaginario moderno come icona femminista: nella tradizione si rivela infatti una donna forte, che non piega la propria volontà a quella dell'uomo.
  • Nel tardo XIX secolo, l'autore dello Scottish Christian George MacDonald incorpora la storia di Lilith come prima moglie di Adamo e predatrice dei figli di Eva in una mitologica novella fantasy in stile Romantico. La descrive anche come figura bisognosa della redenzione Divina.
  • Nelle Cronache di Narnia, di C. S. Lewis, il principale antagonista, la Strega Bianca, viene descritta come discendente di Lilith.
  • Nel gioco Vampiri: la masquerade, si dice che Lilith fosse stata sorella e amante di Caino e Abele (oltre che causa dell'uccisione di Abele).
  • Nel gioco Diablo II, compare come mostro da combattere nel Pandemonium Event nei reami di Battle.net. È sorella di Andariel, signora dell'angoscia.
  • Nel libro Il diario del Professor Abraham Van Helsing, pubblicato da Allen Conrad Kupfer, Lilith viene citata con diversi nomi come Malia, Lamia o Lilitu, ed è una vampira. Viene più volte menzionato il fatto che fosse incredibilmente affascinante e che avesse il potere di controllare i maschi con il solo potere del suo sguardo. La si delinea con occhi rossi e lunghissimi capelli ricci rossi. Nel libro la vampira ha anche il potere di controllare la natura (o, per meglio dire, alcuni animali come lupi e pipistrelli).
  • Nel concept album Visions of Eden dei Virgin Steele Lilith è una divinità che ha contribuito alla creazione ed è stata la prima moglie di Adamo.
  • Lilith appare come una succube nel De Arte Magica di Aleister Crowley
  • Nella serie d'animazione giapponese Neon Genesis Evangelion, nelle estreme profondità del Terminal Dogma del quartier-generale della Nerv, Lilith appare come un essere gigantesco: le sue mani sono inchiodate ad una croce che ricorda quella di Cristo ed il suo addome è trafitto dalla Lancia di Longino.
  • Nel fumetto Gea di Luca Enoch è presente la terna di demoni Lilu, Lilitu e Ardat Lili, che tramano contro la razza umana per il possesso della Terra. Lo stesso autore utilizza il nome di Lilith per la protagonista di una sua altra opera, per l'appunto Lilith.
  • Dana International, controversa cantante israeliana, ha inserito nel suo ultimo album "Ha Kol Ze Le Tova" una canzone dal titolo "BeReshit" (Genesi). Non nomina direttamente la demone, ma parla in prima persona come se lei stessa la impersonasse, dicendo, tra le altre strofe, «Genesi, era tutto così bello, ancora non erano stati inventati i peccati. Elohim, che splendido mondo hai creato, prima che i divieti arrivassero».
  • Nel telefilm Supernatural di Eric Kripke compare Lilith come il Demone più potente che i due fratelli protagonisti devono sconfiggere. Ha le sembianze di una bambina innocente.

Letteratura [modifica]

Nel Faust di Goethe Lilith si trova nella notte di Valpurga:

« FAUST: ma quella chi è?

MEFISTOFELE: quella è Lilith
FAUST: Chi?
MEFISTOFELE: La prima moglie di Adamo,

Sta in guardia dai suoi bei capelli
Da quello splendore che solo la veste.
Fai che abbia avvinto un giovane con quelli,
E ce ne vuole prima che lo lasci. »


In Italia è Primo Levi a scrivere in Lilith e altri racconti, il racconto Lilith ambientato in un campo di sterminio.

« Dio è rimasto solo; come succede a tanti, non ha saputo resistere alla tentazione e si è preso un'amante: sai chi? Lei Lilith, la diavolessa, e questo è stato uno scandalo inaudito. »


Pergamene del Mar Morto [modifica]

L'apparizione di Lilith nelle pergamene del Mar Morto è maggiormente discussa[senza fonte], con un riferimento inconfutabile nella "Canzone per un sapiente"(4Q510-511), e una ulteriore promettente allusione trovata da A. Baumgarten nel "La seduttrice" (4Q184).
Il primo ed irrefutabile riferimento a Lilith nella Canzone appare al 4Q510, frammento 1:

« Ed io, il Maestro [lett. l'Istruttore], proclamo il Suo glorioso splendore così da atterrire e terrorizzare tutti gli spiriti degli angeli distruttori, gli spiriti dei bastardi, demoni, Lilith, urlatori, e [abitatori del deserto] e coloro che cadono sugli uomini senza avvertimento per sviarli da uno spirito di comprensione e per rendere i loro cuori e i loro [-] desolati durante l'attuale dominio di malvagità ed il predeterminato tempo di umiliazione per i figli della luce, attraverso la colpa, nelle ere, di coloro che sono afflitti dall'iniquità- non per la distruzione eterna, ma per un'era di umiliazione per la trasgressione. »

Collegato a Isaia 34:14, questo testo liturgico tenta di prender le distanze dalla presenza di entità soprannaturali malefiche e allo stesso tempo dimostra familiarità con Lilith; diversamente dal testo biblico, tuttavia, questo passaggio non ha funzioni socio-politiche in nessun programma, ma serve da Esorcismo (4Q560) e Canzone dei Demoni Dispersi (11Q11) a tal punto da essere compresa in alcuni incantesimi- comparabile al rilievo dell' Arslan Tash esaminato sopra- usato per "aiuto nella protezione dei fedeli contro il potere degli spiriti." Il testo è così, per una comunità "profondamente coinvolto nel regno della demonologia", un inno esorcistico.

Un altro testo scoperto a Qumran, di solito associato al Libro dei Proverbi, si appropria del mito di Lilith nella sua descrizione di una donna pericolosa ed attraente- la Seduttrice (4Q184). L'antico poema- risalente al primo secolo dopo Cristo ma plausibilmente molto più vecchio- descrive una donna infida e avverte continuamente il lettore dei pericoli di un incontro con lei. Di solito la donna descritta nel testo è eguagliata ad una "strana donna" dei Proverbi 2 e 5, e per una buona ragione; il parallelo è immediatamente riconoscibile:

« La sua casa sprofonda nella morte,

Ed il seguirla porta alle ombre.
Tutti coloro che la seguono non possono tornare

E trovare ancora le vie della vita. »
(Proverbi 2:18-19)
« I suoi cancelli sono cancelli di morte

e dall'entrata della casa
se ne va verso Sheol.
Nessun che entri tornerà mai,

e coloro che la possiedono scenderanno l'Abisso. »
(4Q184)

Tuttavia, ciò che questa associazione non considera sono le ulteriori descrizioni della "Seduttrice" del Qumran che non possono essere associate alla "strana donna" dei Proverbi; ad esempio, le corna e le ali: "una moltitudine di peccati è nelle sua ali". La donna illustrata nei Proverbi è senza dubbio[senza fonte] una prostituta, o almeno una sua rappresentazione, ed una di quelle con le quali la comunità del testo aveva familiarità. La "Seduttrice" del testo del Qumran, diversamente, non può aver rappresentato una minaccia sociale esistente date le caratteristiche ascetiche della comunità in questione. Diversamente, il testo del Qumran utilizza l'immagine dei Proverbi per presentare una minaccia più ampia e soprannaturale, la minaccia del demone Lilith.

Nella Musica [modifica]

« Lilywhite lilith,

She gonna take you thru the tunnel of night
Lilywhite lilith,

She gonna lead you right »

Note [modifica]

  1. ^ Siegmund Hurwitz, Lilith, die erste Eva: eine Studie uber dunkle Aspekte des Wieblichen, Zurigo, Daimon Verlag, 1980, 1993. Trad. inglese Lilith, the First Eve: Historical and Psychological Aspects of the Dark Feminine, translated by Gela Jacobson. Einsiedeln, Switzerland, Daimon Verlag, 1992 ISBN 3-85630-545-9.
  2. ^ Il termine significa notturna. Cfr. [1] Dizionario online Ebreo-Inglese
  3. ^ Archibald Henry Sayce, Hibbert Lectures on Babylonian Religion, 1887.
  4. ^ C. Fossey, "La Magie Assyrienne", The American Journal of Semitic Languages and Literatures, Vol. 19, No. 3 (Apr. 1903), pp. 184-187.
  5. ^ a b c La sacra Bibbia, edizione ufficiale della CEI, 1974
  6. ^ Gershom Scholem, Le grandi correnti della mistica ebraica, Milano, 1965
  7. ^ Per la religione ebraica è tabu pronunciare il nome di Dio: nella vita reale è scandalo, in una leggenda indica una natura sovrumana
  8. ^ Altre fonti cabalistiche la descrivono compagna del demone Samael, il serpente tentatore, entrambi creati contemporaneamente alla coppia Adamo ed Eva. vedi http://ccat.sas.upenn.edu/~humm/Topics/Lilith/jacob_ha_kohen.html R. Isaac b. Jacob Ha-Kohen, Lilith in Jewish Mysticism - Treatise on the Left Emanation
  9. ^ a b c d [2] María Martha Fernández, La presencia de Lilith en los escritos rabínicos y su origen.
  10. ^ (EN) Looking for Lilith - Cercando Lilith
  11. ^ Il racconto appare anche all'interno della XII tavola dell'Epopea di Gilgamesh, tavola che è considerata di altra fonte ed esterna all'epopea vera e propria, incongruente ma allegata solamente perché racconta episodi relativi all'eroe. vedi Andrew George, The epic of Gilgamesh, Penguin books, 1999, ISBN 0-14-044721-0
  12. ^ Diane Wolkstein, Samuel Noah Kramer, Inanna, queen of heaven and earth, her stories and hymns from sumer, New York, 1983, ISBN 0-06-030254-8
  13. ^ Thompson, Campbell. Diablos y Espíritus Malignos de Babilonia.. Luzac and Company, 1903.
  14. ^ Altri elementi della diffusione del mito nell'Antica Grecia possono essere ritrovati nelle Erinni e in Ecate.

 

 

Si diceva che la dea sumera Lilith, con ali e zampe di gufo, di notte rapisse i bambini dalle loro culle.

Ma in origine Lilith era la protettrice delle donne durante il parto e dei neonati. Solo dopo la transizione patriarcale fu demonizzata e trasformata in una perfida rapitrice di bambini.

(Vicky Noble, Il risveglio della Dea)

 

Secondo le varie mitologie, tutte risalenti a poche migliaia di anni fa (cioè in epoca già patriarcale), Lilith è un demone, moglie di demoni e madre di demoni (i Lilim). Perciò è stata spesso associata alle streghe, in senso negativo. Ma è la mitologia ebraica che ci consente di far luce sulla visione che abbiamo di lei.

Per gli antichi ebrei Lilith era la prima moglie di Adamo (quindi precedente ad Eva), che fu ripudiata e cacciata via perché si rifiutò di obbedire al marito. Sta qui la chiave del mistero: Lilith è l’archetipo della donna libera, non sottomessa all’uomo e al suo egoismo, non condizionata dalle sue imposizioni e dai suoi ricatti.

Naturalmente l'uomo - nelle cui mani stava allora e sta tuttora il potere - di fronte a tale ribellione non poteva fare altro che screditarla e, appunto, demonizzarla. D'altronde anche oggi le donne di questo tipo vengono demonizzate, almeno in senso metaforico. Le donne libere di tutti i tempi, da un certo punto in poi, subirono questa stessa sorte e vennero trasformate in megere  vecchie e brutte, in Meduse, Ecati e in temibili "Lune Nere".

Il mito di Lilith risale ai tempi in cui la Terra vide il passaggio, avvenuto circa 6000-8000 anni fa, da una società di tipo matrifocale (cioè incentrata sul focus della madre) ad una società patriarcale (cioè basata sul dominio maschile); ossia quando la donna perse il suo ruolo e il suo valore.

In questo nuovo ordinamento non c'era più posto neanche per le divinità femminili, e tanto meno per la Dea vera e propria, che venne rinnegata, demonizzata e infine dimenticata. Tant'è vero che il cristianesimo ha un Padre e un Figlio generato - ai primordi - senza alcuna Madre!

 

 Anche Lilith è associata alla Luna Nera. Questo perché prima di tutto rappresenta la parte rimossa (e quindi buia e nascosta) di ogni donna: quella parte intuitiva, istintiva e selvaggia, seducente e colma di energia, imprevedibile e ingovernabile dall'uomo, ma non per questo cattiva, tutt’altro. Ma all'uomo una simile creatura fa paura e, invece di integrarla in sé e nella propria cultura, stupidamente la combatte e la respinge nell'«inferno». I risultati sono sotto i nostri occhi.  

La Luna Nera simboleggia anche la parte in ombra dell'essere umano in generale, ciò che si è necessariamente insinuato in lui quando è venuto a contatto con la materia. Necessariamente perché, senza questa zona oscura, non ci sarebbe essere umano! Esisterebbero solo puri spiriti senza possibilità di esperienza.

La Luna Nera è dunque ciò che rende possibile l'esperienza e la crescita, rappresentate a volte come una “discesa agli Inferi”. È ciò che va riconosciuto, accettato, ascoltato, integrato e quindi redento. Possiamo in parte paragonarla alla pietra grezza degli alchimisti, quella strana materia che va trasformata in oro puro: la pietra in sé vale ben poco, ma senza di essa l'oro non potrebbe essere ottenuto.

 

 Nella sua concezione originaria, dunque, Lilith era un aspetto della Dea. In quanto protettrice delle partorienti e dei neonati, rappresentava l’essenza divina della maternità, e perciò della vita e dell’inizio di ogni vita. In questo senso tutte le donne sono Lilith: perché la donna è vita, è fertilità, è passione, è trasgressione, è la bellezza di ciò che è stato creato.

Alcune moderne correnti di stregoneria, come la Wicca, conoscono tutto ciò e si rifanno per questo al nome di Lilith. Si tratta di cerchie in cui si ricerca il contatto con le energie terrestri e cosmiche, e nelle quali vige la cosiddetta Legge del Tre: tutto ciò che fai - di bene o di male - ti ritornerà indietro moltiplicato per tre. Coloro che abbracciano la Wicca cercano di vivere in un sentimento di unità e armonia con la Terra e con ogni essere vivente (altro che sacrifici di animali!...) e, soprattutto, di non ledere mai la libertà altrui. Stregoneria, in questo senso, è soprattutto il lavoro per trasformare se stessi.

I benpensanti, però - Chiese in testa - mettono in guardia la gente da un simile paganesimo, riesumando e insinuando sospetti di ogni genere e terribili paure.

Ma vi sono congreghe che si fermano all'aspetto demoniaco di Lilith, per cui l'uso che fanno del suo nome, così come le motivazioni alla base del loro agire, sono davvero indegne e oscure, nel senso peggiore del termine.

Oggi, faticosamente, si procede alla riscoperta del volto femminile di Dio. Da una parte se ne occupa il cosiddetto "nuovo paganesimo"; dall'altra è l'antroposofia a muoversi in questa direzione.

 Ma nonostante i cambiamenti avvenuti negli ultimi decenni, tuttora viviamo in una società assolutamente maschile, dominata da tre grandi religioni patriarcali, dalle quali i miti antichi sono stati filtrati e trasformati.

Così i capelli di Medusa ora suscitano orrore, mentre un tempo simboleggiavano semplicemente la saggezza femminile. Il serpente, infatti, rappresenta quasi sempre la saggezza e la conoscenza. Non è un caso che fosse uno degli emblemi di Atlantide.

Per poter interpretare correttamente un mito, perciò, è necessario liberarlo da tutti gli strati sovrapposti dalle culture e religioni successive.

Permane qualche ricordo ormai incomprensibile  di ciò che veramente è Lilith: ad esempio nella radice del nome del giglio, che in latino è lilium. Le assonanze e le radici sono fondamentali nella cosiddetta "Lingua Verde". Non è strano che proprio il lilium simboleggi la purezza e che sia spesso associato alla Madonna, insieme alla rosa?

Il lilium è collegato sia a Lilith che alla Madonna perché entrambe rappresentano, seppur in modo diverso, la donna innocente. Il vero significato del lilium, e in particolare del giglio bianco, è infatti innocenza (oltre che regalità). Ma l'innocenza non ha niente a che vedere col fatto che nel terzo secolo san Girolamo, con calcolo, decise che Gesù era stato l'unico figlio di Maria.

Può sembrare strano, ma c’è un legame tra Lilith e la famigerata Lady MacBeth di Shakespeare.

Nonostante l'enorme differenza d'età, esse sono sorelle: perché abitano entrambe in quasi tutte le donne, di solito nelle profondità del loro inconscio, a volte più in superficie. Lady MacBeth è ciò che si può diventare a seguito dell'omicidio della propria Lilith. Perché l'ambizione sfrenata è solo il frutto della più grande insoddisfazione, e non ha altra radice.

D'altronde l'omicidio è invenzione di Caino, e la prevaricazione è invenzione di Adamo. Eva offriva solo le mele: dall'albero della conoscenza.

Maria Antonietta Pirrigheddu

Posted on January 24th, 2008 by Metamorphosis Design