L'esperimento "boomerang"
Con la scoperta delle onde
sonore che hanno accompagnato, come una sinfonia celeste, la nascita
dell'Universo segna certamente un balzo in avanti nella nostra conoscenza del
cosmo, conferma il modello standard del Big Bang con le modifiche suggerite_ dal
meccanismo inflattivo e fornisce informazioni di prima mano sulla formazione
delle galassie. Da tempo si sapeva che lo spazio cosmico è pieni di una polvere
di galassie, che questa polvere si sta espandendo e che le galassie paiono
fuggire dalla Terra con una velocità che è proporzionale alla loro distanza.
Possiamo immaginare l'universo come un palloncino che viene gonfiato: i disegni
che appaiono sulla pelle si ingrandiscono mantenendo la forma e le proporzioni
reciproche. L'universo si dilata e contemporaneamente si raffredda e questo
significa che nel passato l'universo era molto più caldo e che le galassie
erano molto più vicine tra di loro rispetto altera attuale. Se risaliamo i
tempi incontriamo ere in cui la materia che riempiva l'universo era così calda
da ionizzare gli atomi separando gli elettroni dai nuclei costituenti portando
così la materia in un quarto stato, detto plasma, oltre a quelli consueti dello
stato solido, liquido e gassoso. Il plasma non è trasparente, interagisce con
la luce e impedisce la visione a grandi distanze. Circa 300.000 anni dopo il Big Bang l'universo si è raffreddato al
punto da permettere la ricombinazione di elettroni con i nuclei con emissione di
radiazione e la formazione di atomi, diventando così trasparente. L'esperimento
"Boomerang" ha osservato in grande dettaglio la radiazione emessa che
ci ha dato informazioni di prima mano sullo stato finale del plasma nell'attimo
della scomparsa. All'atto della sua emissione la radiazione fossile era
essenzialmente formata da luce visibile ma oggi, 15 miliardi di anni dopo, la
riceviamo come microonde per via della rapida espansione dell'universo ed è
quindi invisibile all'occhio umano. Se potessimo vederla le notti non sarebbero
più oscure. La radiazione fossile è l'oggetto più antico e più distante che
sia dato osservare direttamente, possiamo ricostruire quello che è accaduto
prima solamente usando una modellistica molto sofisticata basata sulle equazioni
del campo di Einstein. A quanto pare l'esperimento "Boomerang"
conferma l'esistenza di una era inflattiva immediatamente successiva al Big
Bang, della durata di una frazione di secondo e caratterizzata da una espansione
rapidissima del cosmo in progressione geometrica. Una delle predizioni del
modello inflattivo è che la geometria dello spazio (ma non del continuo
spazio-tempo) è piatta ossia obbedisce agli assiomi delle geometria euclidea.
Le onde sonore che si propagano nel plasma danno inoltre informazioni preziose
sulla condensazione della materia, sulla origine delle galassie e sulla
complessa dinamica della materia in queste epoche primitive. Se l'universo è
piatto ha anche estensione e durata infinita e non si rinchiude su se stesso
come era previsto nelle prime formulazioni del modello risalenti agli anni '30
del secolo scorso. Ma rimane il mistero insondabile dell'attimo stesso del Big
Bang, dell'istante fatale prima dei quale le equazioni tacciono e l'esplosione
da cui è originato l'universo in cui viviamo. Per quanto breve sia questo lasso
di tempo potrebbe contenere una storia affascinante, complessa e imprevedibile
in cui l'infinitamente grande si salda con l'infinitamente piccolo. La
cosmologia è ancora un capitolo aperto della scienza. TULLIO
REGGE
Una poderosa sinfonia accompagnava - quindici miliardi di anni fa - la nascita del nostro Universo. Onde sonore percorrevano e increspavano il gas incandescente da cui, più tardi, avrebbe preso forma l'Universo attuale: una musica che ricorda le antichissime intuizioni di poeti, filosofi, matematici, pensatori, da Pitagora a Cicerone (il "Somnium Scipionis", ad esempio), convinti della equivalenza tra le simmetrie musicali, la matematica e i processi celesti, l'ordine degli Astri in cielo come sintomo della segreta armonia del cosmo e della natura in generale, che l'uomo può captare e forse comprendere. Sembravano sogni o fantasie esoteriche: ma oggi è la scienza più avanzata, la cosmologia, a fornire sulla base di dati fisici una conferma a quelle intuizioni poetiche e a svelarci persino i timbri e le scale armoniche di quel possente concerto che avrebbe dato inizio al mondo.Lo ha scoperto l'équipe internazionale di scienziati, guidati dal fisico italiano dell'Università romana "La Sapienza" Paolo De Bernardis e dall'americano Andrea Lange del Caltech, analizzando in dettaglio i dati forniti già l'anno scorso dall'esperimento Boomerang: l'esplorazione compiuta innalzando ad di sopra dell'Antartide un telescopio e altre delicate apparecchiature per studiare, fuori da disturbi e interferenze, la "radiazione cosmica di fondo", ultima traccia fossile (a 2,7 gradi Kelvin, ossia vicina allo zero assoluto) dell'immane fornace del Big Bang. Già i primi dati avevano rivelato che la geometria del nostro universo è in realtà piatta (e che quindi la luce vi si propaga in linea retta), e scoperto l'esistenza, in quel fondo di radiazione a microonde che è l'unica traccia degli avvenimenti di quindici miliardi di anni or sono e che permea tutto lo spazio in ogni direzione, di strutture rimaste finora invisibili anche alle apparecchiature più sofisticate, la cui esistenza documenta i moti e le vibrazioni di quel grumo originario di gas incandescente dal quale ha preso forma l'Universo. Confermando così anche la teoria della "inflazione cosmica", secondo la quale un attimo dopo il Big Bang un processo ancora misterioso avrebbe enormemente dilatato le dimensioni dell'Universo, trasportando quindi fino alle attuali enormi dimensioni le irregolarità e i grumi di quel gas originario, che si sono poi condensati in stelle, galassie, nubi cosmiche e pianeti. Ma le nuove analisi dei risultati di Boomerang dicono ancora di più. Rivelano cioè l'esistenza nel gas originario di strutture più piccole e di onde acustiche che lo percorrono: "La nuova immagine" spiega Paolo De Bernardis, "conferma in modo inequivocabile la presenza di onde acustiche nell'universo primordiale, consente di analizzarle in dettaglio e le trova in accordo con le previsioni del modello dell'inflazione cosmica".Come le armoniche del suono distinguono il timbro di un flauto da quello di un clarino, così spiegano i ricercatori - le armoniche delle onde primordiali (ossia dei "picchi" registrati nel gas primordiale) permettono di distinguere i processi fisici verificatisi nell'Universo delle origini. E quindi in un certo senso di "vedere" (o sentire) la melodia dell'origine, la "musica" che accompagnava la nascita dell'Universo. Le armoniche denunziate dalle strutture così individuate parlano infatti di un "flauto cosmico" nel quale onde sonore pari alla lunghezza fondamentale dello strumento (circa 300.000 anni luce) hanno poi armoniche di lunghezza pari alla metà, a un terzo e così via. A sua volta la dottoressa Silvia Masi, della "Sapienza", uno dei membri più attivi dell'équipe, osserva: "Ci potrebbero essere più modi di produrre le strutture più grandi, ma solo la teoria dell'inflazione può fornire una spiegazione teoricamente precisa alla formazione delle strutture più piccole, con dimensioni pari esattamente a quelle che abbiamo misurato". E Francesco Piacentini, anche lui della: "Sapienza", e Alessandro Melchiorri, dell'Università di Oxford, membri entrambi della collaborazione, affermano che questi risultati consentono anche di misurare la quantità presente nell'Universo attuale della materia "barionica", ossia della materia ordinaria di cui siamo fatti anche noi. Se questa infatti superasse una certa quantità, modificherebbe l'altezza delle armoniche che sono state misurate: e quindi i risultati ottenuti confermano invece la scarsità di materia ordinaria del nostro universo (che non dovrebbe superare il 4 per cento). Il resto (forse per un altro 30 per cento) dovrebbe essere in parte la ancora sconosciuta "materia oscura", che cioè non emettendo radiazione elettromagnetica non è rilevabile dai nostri strumenti, forse neutrini dotati di massa, e poi chissà. I nuovi risultati di Boomerang sono stati poi confermati da un esperimento molto diverso, Dasi (condotto con un interferometro, che ha lavorato per due anni sempre dal Polo Sud) e rappresentano quindi l'inizio della costruzione di una nuova, inedita immagine dell'Universo in cui viviamo e della sua storia, aprendo altri interrogativi sul moto gravitazionale delle galassie e sulla spiegazione della "inflazione", per la quale qualche scienziato avanza ipotesi per il momento non suffragate neppure da teorie matematiche, che la collegherebbero alla "costante cosmologica" ipotizzata in un primo momento da Einstein (e poi rifiutata), che compenserebbe l'attrazione gravitazionale dei corpi dell'Universo con una forza centrifuga tuttora in azione. L'esperimento di boomerang - al quale lavorano in Italia ricercatori de La Sapienza,' dell'Iroe-Cnr di Firenze, dell'Istituto nazionale di geofisica e dell'Enea - verrà ripetuto prossimamente sempre dal Polo Sud dalla stessa équipe, con un nuovo volo della navicella, con l'obiettivo di misurare la eventuale polarizzazione del fondo a microonde dell'Universo ed è finanziato in Italia dall'Agenzia spaziale, dal Programma Antartide, dall'Enea e íìall'Università "La Sapienza" e negli Usa dalla Nasa (l'agenzia spaziale americana), dalla Fondazione Nazionale delle Scienze, e in Gran Bretagna dalla Particle Physics and Astronomy Research Council. Franco Prattico