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Leggendo le tue scarne parole, prestando orecchio al fondo drammatico dei contenuti, mi sforzo di immaginare la tua situazione emotiva e pratica. Fatico ma mi sforzo e mi concentro di più sul tessuto psicologico tuo, mancandomi qualunque informazione sulla realtà quotidiana, a parte il fatto che insegni e hai due figli, con un  divorzio alle porte dal padre svedese dei tuoi figli.

Per aiutarmi, mi immergo in queste immagini, che nel mio immaginario potrebbero rappresentare gli elementi base della tua vita che vado a raccogliere.

Condisco il tutto con la passione che nutro per te. Gli elementi di sensualità non devono mai mancare. Di un amore perduto, o di amore che rinasce, l'eros è sempre presente nelle mie fantasie, proiezioni, nostalgie, speranze.

 

 Nelle mia braccia tutta nuda
la città la sera e tu
il tuo chiarore l'odore dei tuoi capelli
si riflettono sul mio viso.

Di chi è questo cuore che batte
più forte delle voci e dell'ansito?
è tuo è della città è della notte 
o forse è il mio cuore che batte forte?

Dove finisce la notte
dove comincia la città?
dove finisce la città dove cominci tu?
dove comincio e finisco io stesso?

Nazim Hikmet

Edward Hopper - Il poeta del Vedere

Edward Hopper è stato più di un pittore, è stato un poeta silenzioso, come qualcuno ha detto e scritto di lui; è stato colui che ha saputo trasportare la sua visione impersonale dell’arte nei dipinti.
Qualunque sia la tecnica usata, i capolavori di Hopper testimoniano una modestia artistica difficilmente raffrontabile ad altri "poeti del vedere";
ma tralasciando ciò, scavalcando la barriera della modestia, della flemma forse, troviamo un monito, un grido, un insperato diritto all’affermazione dell’ uomo, rappresentato dalla centralità, dalla scorporazione dell’uomo stesso dal fondo, dallo scenario in cui si trova, si muove, conduce la sua esistenza.
Ciononostante, questi scenari, in cui in genere compaiono solo pochi personaggi, sono strutturalmente, architettonicamente studiati, quasi a sottolinearne l’inevitabile, impressionante concretezza, nelle luci, nelle forme, nella staticità generale.
Non mancano, a questa visione così singolare dell’arte pittorica, maestri di riferimento e plausibili riletture: echi di Manet, Sisley, qualche accento impressionista; in generale però prevale la tendenza al traslare le concezioni della natura dei suoi predecessori/ispiratori verso i paesaggi metropolitani, le città a lungo osservate e, in un certo senso, studiate (dal punto di vista delle contraddizioni e dei contrasti) da parte del giovane Edward ai tempi dei suoi viaggi in Europa.
Questa sua costanza artistica, questo suo immutabile concetto dell’arte, questo rimaner fedele alle tematiche anche in presenza della sua variegata esperienza stilistica e umana, lo accompagnerà sino alla fine dei suoi giorni.

Ecco alcuni dei suoi dipinti, a testimonianza del suo quasi inconfondibile stile: