Di Luigi Lombardi Vallauri
A cura di Patrizia Todaro
Regia di Attilio Fortunato

 

Presentazione
del Professor
Luigi Lombardi Vallauri
 

 

“Meditare in Occidente” si propone di condensare in sei ore un corso di mistica laica. Mistica per me vuol dire: incontro diretto con l’altamente significativo. Laica vuol dire: non fondatasi una rivelazione soprannaturale, su dogmi religiosi. Mistica laica vuol dire lasciarsi prendere la mano dalle “sorelle maggiori dell’anima”, le possibilita’ mistiche naturali offerte da sempre al corpo-mente umano. Con meditazione intendo ogni pratica concentrativi utile a farmi raggiungere l’esperienza mistica che pienamente approvo. Non sostituisce le scelte di vita, certo le prepara e le approfondisce. Ho intitolato il corso “Meditare in Occidente” perche’ la meditazione e’ qualcosa di tipicamente orientale e noi siamo occidentali, e anche perche’, forse, il meglio delle grandi tradizioni si salva non all’interno chiuso di ciascuna, ma all’intersezione dell’una con l’altra. La sintesi Oriente–Occidente e’ uno dei compiti culturali primi dell’umanita’ evoluta. Nel corso io propongo tre modi, tre vie, del meditare in Occidente: la via della pacificazione profonda e della consapevolezza (sabato 10 gennaio), la via della scienza e della realizzazione (domenica 11 e sabato 17), la via delle emozioni e dell’alta identita’ (domenica 18 e sabato 24). In chiusura, domenica 25, presento un modello di “giornata meditativa”: come usare appropriati stili di meditazione per affrontare il quotidiano, code agli sportelli e ingorghi del traffico inclusi.
La musica, accanto alla parola, e’ parte integrante del messaggio.

 

Luigi Lombardi Vallauri
Dal 1970 professore ordinario di Filosofia del diritto nell'Università di Firenze. Dal 1976 al 1998 ha insegnato per incarico la stessa materia nell'Università Cattolica di Milano, dalla quale è stato espulso per eterodossia. Dal 1973 al 1977 Direttore dell'Istituto per la Documentazione Giuridica del CNR di Firenze. Dal 1996 al 2000 Presidente della Società Italiana di Filosofia Giuridica e Politica.
I suoi studi coprono un arco molto ampio di tematiche non solo storico-, teorico- e filosofico-giuridiche. I più attinenti al programma per “Il terzo anello” sono i volumi Terre. Terra del Nulla, Terra degli uomini, Terra dell'Oltre, Milano 1989; Logos dell'essere, logos della norma, Bari 1999; Nera Luce, Firenze 2001, nei quali si approfondiscono i principi della filosofia generale e della filosofia della religione e vengono gettate le basi di una mistica, pensata e metodicamente praticata, all'intersezione tra spiritualità orientale e scienza/arte occidentale.
Nel 1979 Lombardi Vallauri ha fondato, e tuttora conduce, ‘gruppi di meditazione’ intesi a esplorare le possibilità di una vita contemplativa all'altezza del sapere moderno. 

 

 

Sintesi della prima ora
'La via della pacificazione profonda e della vigile consapevolezza'

Viene sviluppato il concetto di mistica laica e delineata l'architettura del corso. Vengono poi illustrate la meditazione di pacificazione profonda, culminante nell'estasi (samadhi), e la meditazione di consapevolezza discernente (vipassana), orientata alla liberazione. Si sostengono a vicenda, sono le due ali di un unico volo. La prima, se ha successo, e' piu' gratificante, perche' attinge uno stato contemplativo privilegiato. La seconda e', per cosi' dire, piu' militante, perche' investe tutti gli eventi della vita e tutti gli stati mentali anche negativi. Essa tende verso la disidentificazione dalla nuvolaglia psicologica e verso la complessiva identificazione col cielo, ossia con il campo di coscienza sul quale le formazioni mentali si accampano oscurandolo. Nel samadhi il groviglietto di guai viene momentaneamente abolito e trasceso, nel vipassana viene intrepidamente scrutato e per cosi' dire disinnescato.

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Sintesi della seconda ora
'La via della scienza e della realizzazione' - prima puntata

La scienza, la grande scienza moderna, e' un balcone sull'infinito, una riserva di contemplabili non solo piu' sicura epistemologicamente, ma anche piu' ricca nei contenuti, e piu' grandiosa e sconcertante nelle prospettive, di forse ogni precedente forma di sapere. Dunque e' una possibile via mistica, perche' capace di favorire una cosmicizzazione della coscienza, un meraviglioso e lucidissimo (thaumázein) risveglio all'essere. Che il mondo e', e come il mondo e', e' il mistico. Come oggetti contemplabili dischiusi dalla scienza ho scelto quattro "infiniti": l'infinitamente grande, l'infinitamente piccolo,l'infinitamente complesso e l'infinitamente incomprensibile.
In questa seconda ora si contemplano i primi due infiniti, prendendo esempio dall'astronomia per l'immenso, dal mondo infra-atomico per l'infinitesimo, dalla paleo-antropologia per l'estremamente remoto nel passato. Di fronte alla difficolta' di "realizzare" intuitivamente queste grandezze, si suggeriscono strategie per convivere oscuramente, affettivamente, con cio' che ci supera. Si conclude con un inno alla grandezza dell'uomo, capace di esperienza mistica anche attraverso il toccare con mano i propri limiti.

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Sintesi della terza ora
'La via della scienza e della realizzazione' - seconda puntata

Nella terza ora si contemplano i secondi due infiniti: l'infinitamente complesso e l'infinitamente incomprensibile. L'infinitamente complesso si aduna a partire dal livello delle interazioni fisico-chimiche. Le due grandi forze compaginatrici del visibile sono la gravitazione e l'elettromagnetismo: che governano, l'una, le stelle e le galassie, l'altro, i sistemi atomici e le loro "linguistiche" copulazioni. La complessita' s'impenna col passaggio (milioni di millenni!) al biologico, raggiungendo gia' nella cellula, e poi nell'organismo, grandezze immaginativamente irrappresentabili. La "frenesia di ordine", l'"estasi di improbabilita'" della materia vivente culmina nel cervello umano, dove incontriamo contemplativamente l'incomprensibile: la trasfigurazione ontologica della carne in coscienza, della carne in intelligenza. L'ora si conclude con un inno all'uomo, micro-universo aleph del visibile e dell'invisibile.

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Sintesi della quarta ora
'La via delle emozioni e dell'alta identita'' - prima puntata

Nella quarta ora si passa dal logos all'eros, dalla scienza all'emozione. Le emozioni vengono classificate in basse (arcaiche, subcorticali) e alte (recenti, culturali, corticali); le prime da superare, le seconde da valorizzare. Le emozioni alte segnalano e accompagnano quelle esperienze di incontro non verbale col significativo che abbiamo chiamato "le sorelle maggiori dell'anima". Vengono descritte sei esperienze/ emozioni: l'erotica, l'estetica, l'ontologica (connessa a quanto detto in precedenza sulle scienze), la vocazione, l'avventura, la tenerezza-responsabilita'. Tutte, meditate, accrescono garantiscono l'ammirazione per il corpo-mente umano, emergenza mistica dell'universo osservabile.

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Sintesi della quinta ora
'La via delle emozioni e dell'alta identita'' - seconda puntata

Nella quinta ora si esaminano alcuni modelli di gestione sapienzale delle emozioni: la modulazione accorta da parte del viveur armonioso, l'espressione-sublimazione da parte dell'artista, la fruizione "tautologica" del praticante Zen, la rinuncia dell'asceta. Viene seguita con particolare attenzione la linea che puo' denominarsi tantrica, consistente nel risalire dalle emozioni alla loro celata scaturigine, la "coscienza suprema", identificandosi con questa piuttosto che con quelle; e quindi alimentando, attraverso le emozioni, non l'attaccamento agli oggetti, ma l'autostima ontologica. Viene svolto un esperimento di meditazione tantrica guidata, sulle sei emozioni descritte nell'ora precedente.

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Sintesi della sesta ora
'Un modello di giornata meditativa'

Fermo restando che va esteso quanto piu' possibile anche attraverso scelte che costano il tempo di vita jogica, resta il problema di come permeare di meditazione il tempo di vita ordinaria. Nell'ultima ora del corso viene enunciato il principio generale del "non scendere mai" da almeno uno degli stati meditativi desiderabili: o la pace-consapevolezza (vedi prima ora), o la cosmicizzazione (vedi seconda e terza ora), o la "grande concupiscenza", l'in amoramento tantrico (quarta e quinta ora). Viene poi divisa la giornata-tipo dell'uomo urbano contemporaneo in 17 momenti, dall'alzarsi al coricarsi, e per ognuno di essi vengono suggerite strategie meditative ad hoc. Il corso termina con un incitamento alla generosita': l'esperienza mistica sfocia, quasi per legge interna, nel desiderio di "liberare completamente le infinite forme di vita", di "accrescere la bellezza della storia dell'essere".

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La seconda serie di Meditare in Occidente propone sei ore di mistica laica negli stili meditativi già descritti nella prima serie come tre "vie": la via della pacificazione profonda e della vigile consapevolezza; la via della scienza e della realizzazione; la via delle emozioni e dell'alta identità.
A differenza del passato le trasmissioni sono stavolta meno programmatiche e si avvicinano di più al modello della meditazione guidata, ma senza poterne usare lo strumento essenziale che è il silenzio.
Il sottotitolo semi di weekend allude alla proposta di considerare ognuna delle sei puntate come un suggerimento da sviluppare, da aprire - come un fiore - nello spazio-tempo di un ritiro.
Le sei meditazioni formano, molto approssimativamente, tre coppie. Sabato 12 e domenica 13 i temi sono scientifici: matematica ("Il necessario e la carne") e uomini antichissimi ("Profondo è il pozzo del passato"). Sabato 19 e domenica 20 i temi sono tipicamente umanistici: bellezza ("Dall'esperienza estetica all'alta identità") e cultura ("Io, immenso archivio ermeneutico"). Sabato 26 e domenica 27 i temi sono esistenziali: problemi ultimi ("Un orizzonte di luce con al centro un cerchio di tenebra") e stati negativi ("Ragnatele su lume alabastrino").

 

Meditazione della matematica
'Il necessario e la carne' - Prima puntata

La matematica, bellezza pura, ha suscitato slancio mistico sia come eros in senso platonico o tantrico, sia come vocazione nel senso di precoce, definitivo dono della vita. Questo fascino si spiega perché nella matematica traluce l'eterno, ciò che è da sempre e per sempre, non soggetto a nascita e morte: l'intelligibile necessario. Il sistema delle matematiche è come una Gerusalemme celeste che colma il desiderio di immortalità dell'animo umano. Ma in quella città incorruttibile dimorano sia cittadini "sani", "normali", come i numeri naturali, sia veri e propri mostri, come per esempio gli irrazionali trascendenti aperiodici, l'infinito, il continuo. Tutti (e i rapporti tra loro) intagliati da sempre e per sempre nella stessa ontologia di cristallo assolutamente infrangibile. A questo reame accede una carne peritura molto speciale, il piccolo cavolfiore intriso di sangue del cervello umano; geniale carne, maturata in milioni di millenni di complessificazione cosmica.

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Meditazione degli uomini antichissimi
'Profondo è il pozzo del passato' - Seconda puntata

Milioni di millenni di universo elettromagnetico puro (ma cuocevano atomi pesanti, mattoni di vita futura, in immani fornaci stellari). Milioni di millenni di monocellule, vivenza molle sospesa in acque oceaniche. Centinaia di milioni di anni di organismi ferini terrestri. E milioni di anni di homo; per centinaia di millenni scimmia bipede crudivora senza fuoco. Tempi che superano la nostra capacità realizzativa: come contattarli? Con quali esperimenti renderli nostra biografia familiare, o almeno evocarli? Solo la meditazione unita alla conoscenza può farlo. Guadagnandoci un Io più umile e incomparabilmente più grande.

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Meditazione della bellezza
'Dall'esperienza estetica all'alta identità' - Terza puntata

Dopo i percorsi contemplativi e realizzativi propiziati dalla scienza, la meditazione della bellezza inaugura la via delle emozioni. L'esperienza estetica è una delle "sorelle maggiori dell'anima". Si estende molto oltre i già sconfinati confini dell'arte: alla bellezza ontologica degli enti naturali, alla bellezza intellettuale e strutturale delle macchine, alla bellezza sistemica e animica dei paesaggi, alla bellezza esistenziale di eventi di vita, situazioni creabili, persone. In ognuno di questi campi l'emozione è compagna dell'acutezza dell'osservazione e si apparenta a una beatitudine non appetitiva. La meditazione, ispirata al tantrismo, è un'ascesa, per "balze", dall'oggetto suscitatore di emozione, l'emozione pura, senza più oggetto, nelle sue cangianti colorazioni, fino all'identità-beatitudine misteriosamente custodita nel corpo-mente umano. Identità ontologica che gli oggetti emozionanti incontrati rivelano (come i corpi la luce) a se stessa, altrimenti ignara di sé. Identità la cui fruizione permanente, senza afferramento né di oggetti né di sé medesima - la beatitudine di essere! - è uno dei culmini promessi alla ricerca mistica sapienziale.

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Meditazione della cultura
'Io, immenso archivio ermeneutico' - Quarta puntata

Anche questa seconda meditazione umanistica vuole essere un'ascesa dalle fruizioni di oggetti all'identità-atman scaturigine inafferrabile dell'esperienza. Qui gli oggetti sono quelli che formano l'intero continente della cultura: tutti i saperi, tutte le creazioni, tutte le gesta - in bene e in male - dello spirito umano. L'uomo, senza la cultura, non è; dunque il suo io s'ingrandisce in proporzione alla sua cultura. L'uomo colto, immenso archivio ermeneutico, può dire di sé, con Undulna di D'Annunzio: < Io trascorro, e il grande concento/ in me taciturno s'adempie>. Dicendolo, e dunque disidentificandosi dal proprio corpo empirico di carne e di tendini, vince anche, almeno in un senso, l'angoscia della morte. La meditazione del proprio essere cultura innalza l'io come al vertice di un mandala tridimensionale esaltante.

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Meditazione dei problemi ultimi
'Un orizzonte di luce con al centro un cerchio di tenebra' - Quinta puntata

Meditare i problemi ultimi è un rannicchiarsi nell'immenso/ inspiegabile/ irrappresentabile; è un fare dello straniamento intimità; è un conferire al Tutto (all'unico Tutto che sarà mai accaduto!) minuscola effimera coscienza di sé. L'interrogazione avviene dentro e attraverso una cultura: il pulcino si dibatte con tutti i mezzi della cultura per bucare l'uovo della cultura. I mezzi sono essenzialmente cinque: la religione, la filosofia, la scienza, la pratica spirituale e l'arte; in confronto serrato tra loro. Sul problema dei problemi (origine e fondamento dell'essere! Come è accaduto l'esserci qualcosa invece che nulla!) tutte e cinque approdano alla vacuità, alla notte oscura, all'ammutolimento apofatico. Ma più o meno lo stesso avviene per gli altri problemi ultimi, come quelli dell'ontologia della coscienza, del destino dell'io dopo la morte o dei confini dello spazio. Siamo immersi in un orizzonte di luce indubitabile: luce dell'essere, luce della coscienza. Ma se scrutiamo al suo centro, incontriamo un cerchio di tenebra. In questa tenebra, o in questa nera luce, dobbiamo saper dimorare e amare.

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Meditazione degli stati negativi
'Ragnatele su lume alabastrino' - Sesta puntata

Molti sono gli stati del corpo-mente che ci rendono difficile vivere come veramente vogliamo, come pianamente approviamo; che tolgono vita alla vita. E molte sono le strategie meditative per la loro prevenzione e terapia. Anzi, alcuni stili meditativi (tipico quello buddista) sono nati proprio, o principalmente, come cure dell'anima. Nella puntata viene messa in particolare risalto, tra le strategie meditative generali, la meditazione di autostima ontologica, che fa realizzare come solo esseri splendidi, altamente complessi e coscienti, possono avere stati psicologici negativi. Questi appaiono allora come ragnatele su lume alabastrino: il lume non il groviglio di ragnatele io sono. Ma vengono anche evocate le strategie classiche di vigile consapevolezza, non-identificazione, discernimento dell'egoità, accettazione non giudicante. Proposte di strategie monografiche concernono la fretta compulsiva, lo sgomento di vivere e soprattutto la solitudine. Conclude la puntata e il corso, ancora una volta, un'intimazione di autostima ontologica: il nostro essere è quello di meraviglie cosmiche e transcosmiche. Ogni uomo può/deve rivolgere a se stesso, e a ogni altro uomo incontrato o pensato, il mantra tibetano che riassume l'ontologia e l'etica: "M'inchino a te, gioiello che risplendi nel fiore del loto. M'inchino a te, gioiello della mente spirituale che risplendi nel fiore di loto del corpo cosmico".

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